Concorrenza sleale

Nei mercati, la concorrenza tra le imprese dovrebbe svolgersi in modo corretto e nel pieno rispetto delle regole. La competizione tra i vari player, in altre parole, dovrebbe essere onesta e leale.

Nella pratica di tutti i giorni, però, si verificano comportamenti scorretti e sleali che arrecano nocumento e pregiudizio alle aziende. Comportandosi in modo scorretto un'azienda può arrecare danni anche molto gravi ad un'altra, perfino irreparabili. Se non si rispettano le regole del gioco, ci si pone in una posizione di vantaggio rispetto ai propri diretti concorrenti, accaparrandosi più clienti e conquistando scorrettamente più quote di mercato nel segmento o settore in cui si opera.

I comportamenti e gli atti scorretti in questione sono dei più disparati e possono avere un'origine esterna (possono cioè essere commessi da persone esterne all'azienda lesa, appartenenti o riconducibili ad aziende "rivali" cioè a quelle direttamente concorrenti), oppure interna (soci, amministratori, dirigenti, dipendenti della stessa azienda). In riferimento a quest'ultimo punto c'è da sottolineare che la maggior parte delle minacce che colpiscono le aziende ha un'origine interna.

Semplificando, si può dire che configura un'ipotesi di concorrenza sleale qualsiasi atto contrario ai principi della correttezza professionale che arreca un danno a un concorrente. Le tecniche e le pratiche sleali che rientrano nella fattispecie della concorrenza sleale sono variegate e numerose:

In riferimento ai comportamenti sleali che provengono dall'esterno, si pensi a tutti quei casi in cui un'azienda pubblica contenuti diffamatori online oppure diffonde notizie false sui prodotti di una sua diretta concorrente al solo fine di screditarla e di arrecarle pregiudizio; oppure quando la prima mette in commercio un bene ricopiando di sana pianta i segni distintivi (marchio, logo, insegne) di una competitor, legalmente registrati e per i quali non siano state da lei fornite autorizzazioni alla commercializzazione o diffusione. L'imitazione fedele di prodotti di un’azienda rivale ha la finalità di creare confusione sul mercato, causando un danno non solo alla azienda lesa ma a tutti i consumatori. C’è da ricordare infatti che questo tipo di atti illeciti, non danneggiano soltanto l'imprenditore ma anche tutti i clienti che entrano in contatto con questi prodotti o servizi e che vengono privati della possibilità di ricevere una corretta ed onesta informazione, tale da permettergli una scelta libera e consapevole del prodotto o servizio di cui necessitano.

Si pensi inoltre alla pratica scorretta del dumping: alla vendita cioè da parte di una impresa dei propri prodotti ad un prezzo estremamente basso, effettuata con il solo fine di eliminare la concorrenza; oppure ancora allo storno dei dipendenti, a quella pratica che consiste cioè nel convincere i dipendenti di un'azienda diretta concorrente a dimettersi per poi venire assunti dal player scorretto al solo scopo di nuocere all'azienda rivale per arrivare a informazioni interne riservate di cui quei lavoratori erano venuti a conoscenza in ragione del loro rapporto lavorativo con la prima.

In riferimento ai comportamenti sleali provenienti dall'interno invece, si pensi ad esempio al sabotaggio industriale che si verifica quando uno o più dipendenti sabotano i macchinari, interrompendo forzatamente la produzione con lo scopo di arrecare un enorme danno all'azienda. Oppure a quei casi in cui uno dei soci si mette in proprio aprendo una ditta nello stesso settore merceologico dell'azienda in cui figura come socio, intestandola ad uno o più prestanomi, arrecando un danno considerevole ai suoi soci che magari sono all'oscuro di tutto.

Si pensi inoltre alla violazione dei patti di non concorrenza ossia di quei patti mediante cui l'ex dipendente di un'azienda si impegna, sotto determinate condizioni, a non svolgere attività concorrenziale nei riguardi dell'ex datore di lavoro ma che poi non li rispetta. Oppure ai casi più gravi di spionaggio industriale, quando preziosi segreti industriali e informazioni altamente riservate vengono sottratte per il tramite di microspie e registratori nascosti piazzati in modo strategico nei locali aziendali ove si prendono le decisioni più importanti (sale riunioni, uffici dei manager, ecc.) oppure per mezzo di accessi abusivi ai sistemi informatici aziendali.

La casistica in questione, insomma, è davvero sconfinata.

In sostanza, tutte queste tecniche e pratiche scorrette, pur diverse tra di loro, sono accomunate dalla medesima finalità di arrecare danni consistenti all'impresa che si ha nel mirino.

Quanto detto dovrebbe portare l'azienda a studiare un piano di intervento da adottare nel caso in cui subisse tali scorrettezze. In tale ottica, prevedere il ricorso ad una società di investigazioni permette all'azienda lesa di ricostruire come sono andati i fatti, di raccogliere le prove degli atti illeciti perpetrati a suo danno e di individuare gli autori (imprese dirette concorrenti, soci infedeli, dipendenti, ex dipendenti o collaboratori, dirigenti)

Le imprese offese potranno sempre tutelarsi facendo ricorso alle vie legali sia per far cessare tali comportamenti scorretti in modo da arginare il più possibile le conseguenze negative da loro prodotte, che per richiedere il risarcimento dei danni subiti.

Tali investigazioni possono essere richieste e azionate anche in una fase precedente al verificarsi degli eventi dannosi, in modo da aiutare le imprese a prevenire danni gravi e irreparabili.

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